Troppo ritardo nel far crescere il benessere

Troppo ritardo nel far crescere il benessere

Un miglioramento si avrebbe se il ricorso alle energie rinnovabili aumentasse di sei volte entro il 2050.

Siamo in ritardo. E anche di molto. Il passaggio da energia da fonti fossili a energia da fonti rinnovabili non sembra un passaggio così lineare. Basta guardare i singoli piani nazionali presentati fino ad oggi: il bilancio del ciclo del carbonio legato all’energia andrebbe ad esaurirsi in meno di 20 anni, con scenari energetici che continuerebbero ad essere dominati dalle fonti fossili. Una vanificazione di risorse e investimenti.
Eppure l’accordo di Parigi firmato nel 2015 era stato categorico nell’indicare il percorso di responsabilità e nel chiamare in causa ogni Stato e perfino ciascuno di noi, privato cittadino, a contribuire alla riduzione delle emissioni cumulative di CO2 in atmosfera. L’obiettivo era contenere  entro i due gradi centigradi il riscaldamento globale con scelte industriali coerenti, con un efficientamento energetico costante, il ricorso a energia da fonti rinnovabili, comportamenti e stili di vita meno energivori, ma compatibili con quegli obiettivi.
Oggi, a quella roadmap di Parigi se ne sta imponendo una nuova, più allarmistica. E che parte da alcune criticità. Primo dato: per poter rispettare gli obiettivi di Parigi è determinante aumentare di almeno sei volte la velocità di adozione di energie rinnovabili a livello globale. Questo perché energia verde ed efficienza energetica arrivino a tagliare oltre il 90% delle emissioni di CO2 collegate all’attuale consumo di energia.

I nuovi parametri

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I nuovi parametri L’autorevolezza della fonte da cui arriva questo monito non lascia ombra di dubbio sulla sua fondatezza. L’ultimo report “Global energy transformation  A roadmap to 2050” presentato dall’agenzia internazionale Irena, ha infatti aggiornato al 2050 lo scenario a cui andiamo incontro. E lo ha fatto non solo rivalutando il mix energetico e le relative esigenze di investimento necessarie, ma specificando i benefici economici, sociali e ambientali della trasformazione energetica.

Forte richiamo alla  riqualificazione degli edifici  grazie a biomasse, geotermia e al ricorso al solare termico

Lo scenario parte da una serie di misure da adottare subito, la prima delle quali è la riduzione delle emissioni di CO2 di almeno altre 470 gigatonnellate (entro il 2050 rispetto a quelle già in programma). Come fare? Insieme, fonti rinnovabili ed efficienza energetica dovranno fornire oltre il 90% della riduzione delle emissioni di CO2 collegata all’energia.
Un compito di non poco conto, quello attribuito alle rinnovabili: restando ai dati del report, la quota delle energie rinnovabili sul consumo totale di energia primaria dovrà quindi aumentare dall’attuale 20% a circa il 65% entro il 2050. E a sua volta, per ottenere questo risultato, occorrerà far crescere gli investimenti cumulativi nei settori dell’energia pulita di almeno il 30%. Coinvolti non saranno solo l’industria, i trasporti, il sistema elettrico, ma anche l’intero comparto dell’edilizia. Le rinnovabili termiche come biomasse, geotermia e solare termico avranno sempre più peso nel settore dell’edilizia e dei grandi edifici, uno degli ambiti più complessi per l’applicazione delle rinnovabili e degli interventi di efficienza energetica:
leva decisiva è il tasso di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente che – secondo il rapporto – dovrà procedere a un passo di almeno il 3% l’anno per arrivare al 2050 a coprire un fabbisogno energetico del 77% espresso dal settore. Non è certo un dettaglio del rapporto, questo richiamo alle abitazioni e agli edifici. Anche perché risulta in linea non solo con le strategie europee di riduzioni delle emissioni entro il 2050 compatibili appunto con l’Accordo di Parigi. Ma anche con il piano dell’Italia (la Sen, la strategia energetica nazionale) che punta esplicitamente a una riduzione delle emissioni del 63% entro il 2050.

Dare una nuova spinta

Dare una nuova spinta verso l’elettrificazione degli usi finali comporterà anche cambiamenti importanti nel modo finale di consumare. E un ruolo importante lo avranno i veicoli elettrici e il riscaldamento con pompe di calore. Ma il rapporto evidenzia anche che «entro il 2050 l’economia globale crescerebbe dell’ 1% e il benessere globale,  compresi i benefici di cui non tiene conto il Pil, come la salute per un minore inquinamento  atmosferico e gli impatti climatici
ridotti, migliorerebbero 15% rispetto a oggi».  Ma per raggiungere questo obiettivo il report Irena non  sembra lasciare grandi spazi: è necessaria un’accelerazione nel ricorso alle energie rinnovabili, sia attraverso l’aumento  dell’elettrificazione dei trasporti sia del riscaldamento. L’elettrificazione e l’energia rinnovabile sono i driver chiave,
con il solare e l’eolico, in grado di guidare la trasformazione energetica globale.

Per ulteriori informazioni ed approfondimenti si invita a leggere il report Irena da cui abbiamo estrapolato le informazioni al link http://www.irena.org/remap

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Fonte Irena 2018