Il materiale paglia per un’architettura sostenibile

Il materiale paglia per un’architettura sostenibile

Il materiale paglia

Si definisce paglia il prodotto agricolo costituito dai culmi di alcuni vegetali alla fine della maturazione, ovvero lo stelo della pianta morta da cui sono stati tolti fiori, foglie e semi.

I culmi di alcuni vegetali vengono raccolti ed i loro steli imballati nei caratteristici blocchi rettangolari o noti come “balle”. Le più comuni sono ottenute da paglia di grano tenero, grano duro, orzo, avena, riso, miglio, segale e farro, cioè da tutti quei cereali (ma anche da canapa e lino) coltivati in maniera estensiva e in quasi tutte le parti del mondo.

I tipi di paglia più adatti alla produzione di balle da costruzione sono quelle di grano e riso, più stabili rispetto alla paglia di orzo e avena. La paglia di riso ha un alto contenuto di silice che la rende molto resistente agli agenti atmosferici ma, allo stesso tempo, un po’ più dura da imballare e manipolare rispetto agli altri tipi di paglia.

La paglia, pur essendo un materiale naturale, una risorsa di tipo rinnovabile, è un prodotto piuttosto inerte, difficile da decomporre e richiede l’aggiunta di nitrati perché ciò avvenga. Libera da foglie, fiori, sementi e linfa, giunge più lentamente a marcescenza rispetto ad altri materiali organici come legno, carta o cotone. Con un adeguato controllo del contenuto d’umidità, una struttura in balle di paglia è in grado di durare a lungo, così come dimostrato da diverse costruzioni centenarie in balle di paglia, alla pari di una normale soluzione costruttiva con telaio in legno.

Simile per composizione chimica al legno, la paglia è un composto di cellulosa, lignina, cere, minerali e silicati inorganici, con una struttura anatomica caratterizzata da una grande cavità interna e fasci di cellulosa tenuti insieme da una matrice di emicellulosa e lignina.

Le proporzioni in volume di queste componenti variano significativamente per specie e condizioni climatiche.

Il materiale paglia: coltivazione

La coltivazione dei cereali è in gran parte del mondo la più importante attività per l’alimentazione umana ed animale.

Si distinguono cereali da stagione calda e fredda: i primi, come il riso o il sorgo, sono più delicati e coltivati nelle pianure tropicali e nelle zone a clima temperato durante i periodi un po’ meno freddi. I cereali della stagione fredda come il frumento, la segale, l’avena, l’orzo e il farro sono invece più robusti e crescono comunemente dai climi temperati fino a quelli freddi e rigidi.

Il materiale paglia: raccolta

Il momento più opportuno della raccolta coincide con la piena maturazione delle spighe, quando la pianta perde completamente la colorazione verde.

Tradizionalmente la raccolta del grano dei cereali si realizzava manualmente. Al giorno d’oggi avviene per opera della mietitrebbiatrice, che è in grado di mietere ed allo stesso tempo trebbiare vari tipi di colture secche come i cereali.

Come conclusione del taglio, separazione dello stelo dal frutto e successivo immagazzinamento, la macchina chiude il processo con l’espulsione della paglia, lasciata sul terreno e disposta in file per facilitare la successiva fase dell’imballaggio.

Il materiale paglia: imballaggio

Sul mercato sono presenti diverse balle per forma e dimensione. Rotoballe (con sezione circolare di diametro fino a 200 cm e larghezza di 120 cm), balle parallelepipedo di piccole di dimensioni (100x50x35 cm) e jumbo bale (240x240x120 cm).

Gli steli, lasciati sul campo dalla mietitrebbiatrice ordinati tutti nello stesso senso, sono raccolti dall’imballatrice, che le convoglia in una camera la cui sezione determinerà altezza e larghezza della balla. Successivamente la balla viene tagliata a seconda della lunghezza desiderata.

Gli spaghi vengono messi perpendicolarmente alla posizione degli steli e possono essere di diversi materiali quali corda, polipropilene o ferro (non consigliabile per scopi edilizi).

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