23 Mag Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo collettivo
Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo collettivo rappresentano forme di collaborazione tra cittadini, aziende e enti locali per l’utilizzo congiunto di energia elettrica prodotta da un impianto condiviso.
Nel caso delle CER, ad esempio, cittadini, aziende ed enti locali della stessa area possono condividere un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, utilizzandolo per i propri consumi e ricevendo in cambio un incentivo.
In Italia sono già stati avviati progetti pilota di comunità energetiche, ma recentemente sono stati introdotti nuovi passaggi legislativi e regolatori, ancora in fase di definizione e di approvazione dell’Unione Europea, per rendere questa alternativa più accessibile e regolamentata.
Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e chi può aderirvi?
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono formate da un insieme di edifici e diversi attori, come cittadini, piccole e medie imprese e enti locali, che scelgono di unirsi e dotarsi di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’energia prodotta da questo impianto viene condivisa e consumata dai partecipanti stessi, che ricevono in cambio un incentivo per l’energia autoconsumata. Anche l’energia in eccesso, che viene immessa nella rete, sarà comunque remunerata a valori di mercato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), come avviene per i tradizionali produttori/consumatori di energia.
Un aspetto interessante è che anche coloro che non dispongono di un proprio impianto di produzione di energia rinnovabile possono diventare consumatori attivi. Questo significa che possono beneficiare dell’energia prodotta dall’impianto comune senza dover contribuire economicamente all’acquisto e all’installazione dell’impianto stesso, che è stato finanziato dagli altri membri della comunità. Le modalità di compensazione economica tra le parti saranno regolate da un accordo privato, nel quale verrà riconosciuta una quota maggiore dell’incentivo totale e della remunerazione per l’energia prodotta e immessa in rete a coloro che hanno investito nell’impianto.
Cosa è l’autoconsumo collettivo e chi può aderirvi?
L’autoconsumo collettivo rappresenta un’opzione per almeno due cittadini che risiedono nello stesso condominio o edificio e che consumano l’energia prodotta da un unico impianto condiviso. Le modalità di autoconsumo e i meccanismi di incentivazione sono gli stessi previsti per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Qual è lo stato attuale del decreto?
Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica italiano ha inviato alla Commissione europea la bozza del decreto CER (Comunità Energetica Rinnovabile), volto a incentivare la diffusione di forme di produzione e autoconsumo collettivo di energia da fonti rinnovabili, al fine di proseguire gli obiettivi di decarbonizzazione del 2030 imposti dall’Unione europea. La proposta di decreto dovrà attendere il via libera della Commissione Ue per l’entrata in vigore.
Secondo la bozza diffusa, il decreto riguarderà tutte le tecnologie rinnovabili e chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere un incentivo in tariffa sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile sarà pari a cinque gigawatt (GW), con un limite temporale fissato a fine 2027. Le comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti potranno inoltre ottenere l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40 % dell’investimento.
Quali tipi di incentivi saranno previsti per le comunità energetiche rinnovabili?
I partecipanti alle comunità energetiche saranno incentivati economicamente per la condivisione dell’energia elettrica tra gli utenti della comunità. Questo incentivo sarà calcolato su base oraria e avrà una durata di 20 anni. In pratica, si tratta di un compenso finanziario per l’energia elettrica autoconsumata all’interno della comunità.
Le prime stime indicano un valore di circa 10 centesimi di euro per ogni kWh prodotto e consumato durante l’intervallo orario in cui l’impianto sta generando energia. Gli incentivi potrebbero variare anche in base alla potenza degli impianti, che non potranno superare mai 1 MW. Gli impianti di dimensioni più ridotte potrebbero beneficiare di un incentivo proporzionalmente maggiore rispetto a quelli di maggiori dimensioni.
Oltre agli incentivi economici per l’autoconsumo dell’energia prodotta all’interno delle comunità energetiche, sono previsti anche altri contributi come la restituzione dei costi sostenuti in bolletta per la gestione della rete elettrica.
Sono, inoltre, previsti premi per le regioni meno soleggiate, che riceveranno un contributo aggiuntivo per compensare il limite di partenza legato alla minore disponibilità di energia solare.